intervista a salvo gangi
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Salvo Gangi, compositore siciliano pluripremiato in prestigiosi concorsi internazionali, primo premio ad Arezzo e premio speciale Dante Alighieri con il brano Così da’ lumi, primo premio del pubblico al Concorso Siciliani con Agnus Dei. 

Cosa ci può raccontare dell’esperienza di Arezzo?

Il premio della Fondazione d’Arezzo è forse il premio per antonomasia per chi scrive musica corale, un grande traguardo. E’ stata una preziosa opportunità anche l’inserimento del mio Così da’ lumi come brano d’obbligo nell’ambito del 71^ Concorso Internazionale della Fondazione Guido D’Arezzo. Grazie a questa possibilità ho potuto ascoltare dieci splendide esecuzioni eseguite da cori strepitosi pro- venienti da tutto il mondo, ognuna di esse realizzata con chiavi interpretative diverse suggerendo un approccio al testo in molti casi “magnetico”, sublimandone il significato più di quanto sperassi. Questo ‘miracolo’ accade quando c’è dietro tanto lavoro tra coristi e direttore, ed è quest’ultimo che fa scaturire dal proprio organico tutte le possibili combinazioni tecniche ed espressive allo scopo di ottenere un’interpretazione più fedele possibile al testo ed alle intenzioni dell’autore, e così è stato! Nei mesi di preparazione sono stato in contatto con la maggior parte dei direttori i quali mi hanno posto domande sul testo ed i motivi che mi avevano spinto a musicarlo; inoltre domande sulla dizione, il fra- seggio tra le parti e su alcuni aspetti tecnici per una interpretazione più coerente possibile. Il dato significativo è che grazie a questa possibilità c’è stata una grande esportazione del “Made in Italy” in primis facendo conoscere più da vicino Dante con un testo emotivamente coinvolgente.Consapevole che non esista una sola linea, un solo modo compositivo o interpretativo, e anche se non tutti hanno seguito pedissequamente il testo, posso dire che ogni interpretazione è stata un arricchimento; nella differenza ho potuto vedere altre immagini o significati che non avevo previsto o calcolato. Ho apprezzato in molti l’attenzione ad una cantabilità perfetta delle parti, al dialogo tensivo e distensivo ottenuto con l’alternanza tra consonanze e dissonanze, al gioco dei colori o all’escursione dinamica volta a sublimare il testo rendendolo estremamente comunicativo, in molti casi con una ricerca timbrica e un colore davvero evocativo. “Così da Lumi” è piaciuto molto a direttori e coristi che, oltre ai complimenti e l’affetto esternati dal ‘vivo’, hanno deciso di mantenerlo come brano di repertorio dei propri concerti, e di questo sono onorato, davvero un bel regalo!

Ci descriverebbe brevemente questo brano, per chi non ha avuto la fortuna di ascoltarlo nelle splendide esecuzioni al Polifonico?

Così da’ lumi” è tratto dal XIV canto del Paradiso di Dante Alighieri. L’uso dei materiali sonori che ho impiegato ha la finalità di creare un ambiente sonoro in cui, il più possibile, si annulli la dimensione spazio-tempo. Per realizzare quest’immagine ho impiegato molto l’enarmonia tra le parti, procedendo da un punto generatore che poi si apre ad altri spazi armonici. Questo dialogo fluido tra le sezioni, facendo uso di vari colori armonici per dare risalto al termine “lumi”, approderà ad una luminosa parte centrale che costituisce il vertice del brano. Nel momento della stesura di questa sezione (s’accogliea per la croce una melòde) mi è apparsa immediatamente l’immagine dell’esperienza di S. Agostino. L’incipit del tenore richiama e rievoca una velata citazione dell’antico inno di S. Ambrogio “Deus Creator Omnium” che S. Agostino ascoltò più volte e che determinò probabilmente la sua conversione. Mi è piaciuto molto fare questo accostamento. Questo incipit sarà ripreso da tutte le sezioni che dapprima interagiranno in modo ‘responsoriale’ per poi contrappuntarsi a vicenda. Tutto questo al fine di riprodurre in musica la contemplazione di fronte alla ‘melòde’ che scaturisce dalla visione della croce, un’estasi sospesa che Dante tradurrà con il modo più originale e poetico. Possiamo dire grazie a lui che la musica è “rapi- mento”! A questo seguirà un vortice discendente creato con nove suoni che simboleggiano le nove schiere angeliche; ciascun suono rappresenta un movimento di un cielo con cui Dante, assieme a Beatrice, raggiunge l’empireo che è infinto e immobile. Nell’empireo risiedono Dio e i beati. Il brano si conclude con la ripetizione quasi ossessiva di ‘sanza intender‘ descrivendo l’emozione per ciò che Dante non comprende appieno, per le realtà trascendentali che ha visto e che hanno lasciato in lui un senso di eccitazione. Il tentativo di tradurre in parole l’esperienza meta- fisica e trascendente del Paradiso e di Dio appare impossibile. Rimane in lui un pensiero fisso.

Ascoltando le sue composizioni si nota la ricerca di un linguaggio originale dovuto probabilmente a contami- nazioni che richiamano il Novecento. C’è qualche stile a cui è legato o un particolare compositore a cui si è ispirato?

Come musicista ho suonato tantissimi contemporanei da Stravinsky, Messiaen, Berio, Bernstein, Copland, Bettinelli, Sutemeister, Pennisi, ma anche Gershwin, Coltrane, Ellington, Count Basie. Rimango rapito, ad esempio, se ascolto o guardo Keith Jarrett o il grande Chick Corea scomparso qualche anno fa. Non so quanti di voi hanno ascoltato ad esempio Children Songs, io lo trovo un capolavoro! Penso dunque che è assai probabile che certe ‘misticanze’ nelle mie modeste composizioni vengano da questo background, seppur non codificate e scelte aprioristicamente. Nella musica corale mi affascinano gli autori che si aprono alla sperimentazione: Berio, Bettinelli, Pizzetti, Petrassi, tantissimi di respiro internazionale Messiaen, Poulenc, Sven Erix Bäck, Sven Sanstrom, Vaclovas Augustinas, Gyorgi Orban, Petr Eben. Di Petr Eben, compositore ceco, molto noto per la sua produzione organistica e sinfonica, rimango estasiato per l’uso quasi orchestrale dello “strumento” coro. Alcune sue composizioni per me sono come dei mantra, ho analizzato e studiato ogni singola particella e il filo logico che le tiene insieme. Ho capito con questo autore che non dovevo pormi limiti! Il mio approccio alla composizione, soprattutto per coro, è fortemente legato al testo da musicare; mi servo di questi ingredienti mistici (i suoni) per svela- re o amplificarne la carica simbolica, e per far sì che avvenga uno scambio tra compositore e ascoltatore. Amo condividere sempre un piccolo motto con i miei studenti: l’arte “serve” a qualcosa se “svela” qualcosa, altrimenti è puro elemento decorativo! Per questo cerco quanto più possibile di fuggire da certi “Mcdonaldismi” o mode del momento e privilegiare il dialogo tra le sezioni e la cantabilità, rigore formale, ma senza che questo soffochi l’ispirazione; bisogna avere la possibilità di testare nuovi linguaggi, generare nuovi processi compositivi, plasmare materiali sonori uscendo dalla grammatica tradizionale, con una parola: sperimentare. E’ chiaro che tutto ciò cresce e si sviluppa nel tempo portando lentamente a consolidare un proprio linguaggio che diventerà sempre più personale con la finalità di comunicare attraverso l’arte ciò che si vive e ci circonda.

A quali progetti sta lavorando?

Un bellissimo progetto per la promozione della musica polifonica nei licei dal titolo “Prendi la vita con polifonia”. Sto anche ultimando dei lavori per il Giappone e commissioni di musica strumentale per Francia e Italia. A novembre mi aspetta un’incisione di alcune opere del musicista inglese sir Malcom Arnold.

About Post Author

Stefania Cruciani

Pianista formatasi presso il Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia, si diploma nel 2000 sotto la guida del m° F. Fabiani. Specializzata in prassi esecutiva su strumenti originali, nel 2004 consegue la laurea di I livello in Fortepiano con il m° Claudio Veneri e frequenta i Corsi di Perfezionamento di Fortepiano e Pianoforte Storico tenuti da Bart Van Oort e Malcolm Bilson in Italia e in Belgio. Nel 2008 consegue la laurea specialistica in Discipline Musicali, indirizzo Pianoforte Cameristico, presso l’ Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Briccialdi” di Terni con il m° A. Pepicelli. Nel 2009 ottiene la laurea di II livello in Didattica della Musica. Parallelamente agli studi pianistici segue corsi di canto con S. Sannipoli, musica vocale e direzione di coro con P.P. Scattolin, A. Cicconofri, L. Ciuffa. Vanta una lunga esperienza nell'ambito corale e, in particolare come componente dell’ ensemble vocale femminile Kamenes inCanto, diretto da Gabriella Rossi e specializzato in musica contemporanea, ottiene importanti riconoscimenti in prestigiosi concorsi (I premio al concorso “Guido d’Arezzo” nel 2000 nella categoria coro a voci pari; I premio al Concorso internazionale di Pienza nel 2009). Come cantante svolge attività concertistica dedicandosi principalmente al repertorio rinascimentale con il liutista Luca D'Amore e i gambisti Fabrizio Lepri e Teresa Peruzzi. Dal 2021 è conduttrice del programma “Lezioni di musica” su radiomozartitalia.com E’ docente di Musica e Pianoforte presso la Scuola Secondaria di I grado “Gentile da Foligno”.
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