Requiem Jean Richafort
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Jean Richafort (1480 circa – 1547 circa) è stato uno dei polifonisti più importanti (e forse meno conosciuti) del primo ‘500. Vorrei usare questo spazio a mia disposizione per raccontarvi qualcosa di lui e di un progetto inedito che ha coinvolto alcuni compositori contemporanei. A loro e all’amica Ekaterina Antonenko (direttrice del gruppo vocale russo Intrada) va il merito di aver creato un fil rouge musicale tra Rinascimento e l’epoca in cui viviamo.

Nel 1556 il famoso editore musicale parigino Le Roy et Ballard pubblicò un volume postumo dedicato esclusivamente alla musica di Richafort che comprendeva diciannove mottetti del compositore.

Tra il 1519 e il 1598 la sua musica fu inclusa in oltre settanta antologie contenenti una o più delle sue opere. È ancora più straordinario constatare che almeno duecento manoscritti del tempo includessero copie di composizioni di Richafort. Tra queste, alcune vennero create su richiesta di una committenza appartenente alle classi sociali più elevate. Il suo mottetto Quem dicunt homines è stato annoverato tra le migliori composizioni dell’epoca ed è stato eseguito più volte dal coro della Cappella Sistina per almeno 70 anni. Fino alla fine del XVI secolo le composizioni di Richafort rimasero tra le ‘top ten’ dei compositori rinascimentali. Divitis, Mouton, Lupus, Morales, Gombert, Ruffo, Pullauer e persino Palestrina composero Messe su modelli musicali di Richafort. Sicuramente il nostro compositore non avrebbe potuto sognare un omaggio più grande.

Cattedrale di Saint-Rombaud a Mechelen

Detto questo, si potrebbe pensare che la vita e la carriera di Jean Richafort siano ampiamente documentate negli archivi contemporanei. Tuttavia, ci troviamo di fronte a un paradosso: l’ampiezza della sopravvivenza e della fama della sua opera è inversamente proporzionale ai fatti noti della sua vita. Di seguito illustrerò alcuni degli scarsi dettagli.

Jean Richafort era un olandese di lingua francese e nacque nel 1480 in una località che probabilmente si chiamava Ricartsvorde. Non si sa nulla della sua vita e della sua formazione. Nel 1507 divenne maestro di cappella presso la cattedrale di Saint-Rombaud a Mechelen. Non è chiaro cosa gli sia successo dopo.

Deve essere stato il momento del contatto con la corte francese, dove venne impiegato per un periodo non troppo lungo nella reggia o nella cappella del re. Anche papa Leone, incontrando i musicisti della corte reale francese a Bologna, rimase impressionato dalle sue capacità.

Nel luglio 1542 Jean Richafort assunse l’incarico di maestro di cappella di St. Gilles a Bruges, incarico che mantenne fino al 1547. Dal 1548 non si trova più nulla di Richafort negli archivi, per cui si presume che sia stato quello l’anno della sua morte, avvenuta probabilmente a Bruges.

Il vertice dell’arte di Richafort è rappresentato, senza dubbio, dal suo Requiem a sei voci. L’opera si basa su due cantus firmi, entrambi riferiti a Josquin Desprez. Fu probabilmente scritto alla morte di Josquin (1521) ed è in tutto e per tutto un omaggio all’arte di quest’ultimo. Il primo cantus firmus, che ricorre in tutte le parti del Requiem, è la citazione gregoriana Circumdederunt me gemitus mortis, dolores inferni circumdederunt me (i gemiti della morte mi hanno circondato, le pene dell’inferno mi hanno circondato). Si tratta di una citazione frequentemente utilizzata anche da Josquin Desprez. Questo cantus firmus è utilizzato nel canone solo nelle due parti tenorili. Nel Graduale e nell’Offertorium, maestosamente costruiti, Richafort utilizza anche, nelle stesse parti tenorili, il frammento C’est douleur sans pareille (è un dolore che non ha pari) dalla chanson Faulte d’argent di Josquin.

Intorno a questi due cantus firmi Richafort costruisce un contrappunto che eccelle per un’equilibrata costruzione di linee melodiche meditative, colorate in modo parsimonioso ma efficace dalla commixtio modorum (l’uso simultaneo di più modi).

Il progetto Requiem, in memoriam Josquin Desprez è l’unione del capolavoro rinascimentale di Jean Richafort, Requiem (1532), in dialogo con cinque nuove composizioni, che completano le parti mancanti nei testi dell’opera originale. Poiché fu composto nell’ambito di una diversa tradizione liturgica rispetto alla canonica Messa da Requiem romana, la sua ‘incompletezza’ sta nell’assenza di quelle parti a noi, cattolici, familiari: il tratto Absolve, Domine e la sequenza del Dies Irae, oltre alle preghiere Libera me e In Paradisum, cantate tradizionalmente dopo la Messa di Requiem. Queste parti, così come il Pie Jesu, l’ultimo verso della sequenza del Dies Irae isolato in seguito in un brano indipendente, sono scritte nel progetto Requiem in memoriam Josquin Desprez da compositori moderni e incluse nel Requiem nel loro ordine tradizionale, creando così una forma inedita, quasi un processo di dialogo tra tempi storici lontani fra loro. Le nuove parti sono state scritte appositamente per questo progetto da cinque compositori contemporanei: Arman Gushchyan, Vladimir Rannev, Alexey Sysoev (Russia), Klaus Lang (Austria), Franck C. Yeznikian (Francia).

Il nuovo Requiem non è una ricostruzione dell’opera di Richafort. È una nuova realizzazione, una sorta di macchina del tempo, attraverso l’incontro (ma anche lo scontro) di diverse forme espressive in un unico spazio musicale che permette all’ascoltatore di andare oltre i sistemi chiusi delle convenzioni e dei concetti di bellezza e di entrare più in profondità nello spirito della musica, del passato e del presente. La premessa per questo tipo di unità è la disomogeneità del Requiem originale di Richafort, che include citazioni della musica di Desprez oltre a poesie francesi incorporate nel testo latino della messa di Requiem.

La prima mondiale del “Requiem in memoriam of Josquin Desprez” è stata eseguita dall’Intrada Vocal Ensemble sotto la direzione di Ekaterina Antonenko, accompagnata dai solisti – Aylen Pritchin (violino), Sergey Poltavsky (viola), Sergey Suvorov (violoncello), Carlos N. Herrero (contrabbasso).

Potete ascoltare la versione originale del Requiem e quella aggiunta delle parti mancanti scansionando i due QR code qui riportati. Un terzo QR code vi permetterà di scaricare la partitura del Requiem di Richafort, così come concepita dal compositore nel 1521.

 
Requiem in memoriam Josquin Desprez a 6 voci: 1. Introitus Requiem Aeternam https://www.youtube.com/watch?v=f33So52iTq8 Requiem in memoriam J. Desprez (1532/2017) — Richafort, Lang, Yeznikian, Rannev, Sysoev, Gushchyan https://www.youtube.com/watch?v=6cIQyAQHTXI   Partitura della composizione http://bit.ly/3VtSMUZ
 

About Post Author

Andrea Angelini

Nato a Bologna, Andrea Angelini ha studiato pianoforte al Conservatorio di Rimini e Ferrara, dove si è brillantemente laureato. Successivamente ha conseguito la laurea specialistica in Musica Corale e Direzione di Coro al Conservatorio di Musica di Cesena. Ha studiato musica corale rinascimentale in Inghilterra e a Roma. È direttore artistico del gruppo professionale Musica Ficta Vocal Ensemble. Per molti anni, Andrea Angelini ha diretto concerti con il coro Carla Amori, in Italia e all'estero. Ha inoltre diretto, come direttore ospite, molti importanti gruppi corali. È stato membro della giuria in numerosi concorsi internazionali di coro in Italia, Europa e Asia. Dirige spesso seminari di musica corale in Italia e all'estero. (Ungheria, Malesia, Russia, Cina, Moldavia, Romania, Croazia, Indonesia). Angelini è anche direttore artistico del Concorso Corale Internazionale di Rimini, Concorso Corale Claudio Monteverdi, Festival e Concorso Corale Regina del Mare Adriatico e Festival Corale Liviu Borlan. È stato per 11 anni direttore editoriale dell'International Choral Bulletin (ICB), la rivista di dell'IFCM (International Federation for Choral Music) e, ora, di Dirigo, la rivista dell’ANDCI. Attualmente è Presidente dell'AERCO, Associazione Regionale dei Cori dell'Emilia-Romagna e insegna Direzione di Coro al Conservatorio di Castelfranco Veneto, al Conservatorio di Livorno e a Reggio Emilia.
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